Il geco leopardino, studiato in neurofisiologia, genetica generale e genetica del cancro, negli ultimi anni è diventato indispensabile approfondirne la situazione tassonomica e identificarne in modo univoco la specie. Questa necessità nasce dal fatto che tutti gli esemplari di Eublepharis macularius presenti nei laboratori di ricerca derivano da popolazioni allevate (pet-trade) e senza avere certezze sulla loro origine, al di fuori di "parola di allevatore". La purezza di specie rimaneva quindi un'incognita, ciò avrebbe reso poco corretto continuare a chiamarlo Eublepharis macularius, anche a fronte di risultati derivanti dagli stessi esperimenti. E’ fondamentale quindi il riferimento corretto e preciso, non solo per la tassonomia ma per la riproducibilità stessa degli esprimenti in altri laboratori, proprio per l'oggettività di osservare lo stesso fenomeno in tempi e luoghi separati, eseguendo lo stesso metodo sullo stesso modello.
Questi i motivi che hanno portato Agaral, Bauer, Gable e altri collaboratori al produrre lo studio “The evolutionary history of an accidental model organism, the leopard gecko Eublepharis macularius (Squamata: Eublepharidae)”. Nella pubblicazione i ricercatori hanno esaminato in un arco di tempo che va dal 2009 al 2022, 43 campioni di Eublepharis sp. "wild" (W nei risultati) provenienti da voucher museali o prelievi su campo, di cui 34 con località georeferenziata e 48 "captive bred/nati in cattività" (C nei risultati), provenienti da vari allevamenti e discendenti di varie linee o morph. Tra questi, alcuni ibridi certi. Analizzando le sequenze nucleotidiche di ben 3 geni, di cui 2 nucleari e 1 mitocondriale, è stato costruito il clade del genere Eublepharis, mettendo in luce sia le relazioni filogenetiche tra le specie campionate e la corrispondenza nominale tra "nome di specie reale vs nome di specie nel pet-trade".
I risultati dello studio mostrano:
- Eublepharis angramainyu ed E. fuscus W corrispondono a E. angramainyu ed E. fuscus C;
- Eublepharis afghanicus C trova corrispondenza in E. sp. "Himalaya" W, quindi un'entità specifica ancora non descritta formalmente. Questa "linea" sarebbe importante mantenerla isolata nel pet-trade evitando qualsiasi ibridazione;
- Eublepharis m. fasciolatus, E. m. montanus, E. macularius C trovano corrispondenza in E. macularius W, facendo definitivamente cadere la validità di tali nomi sottospecifici;
- Eublepharis turcmenicus C trova corrispondenza in E. macularius W, anche se la sequenza esaminata parrebbe non valida a causa di errata referenza nel database. Questo dato non viene ritenuto valido, seppur citato.
- Eublepharis satpuraensis, solo W, non ci sono corrispondenze tra i campioni C;
- 10 campioni di Eublepharis macularius C di varie linee e morph, corrispondono in maniera quasi perfetta ad un campione di E. macularius W georeferenziato "Karachi" che assieme agli altri 38 campioni C (48 in totale), corrispondono alle linee di E. macularius W, georeferenziate "Pakistan centro-meridionale". Questo è il dato più importante dello studio, poiché attesta la validità specifica di Eublepharis macularius dei soggetti presenti in laboratorio, a prescindere dalle linee o dai morph.
In fine, vengono identificate altre due linee W, citate come Eeublepharis sp. "Pakistan" ed E. sp. "Rajasthan", che assieme a E. sp. "Himalaya", E. cf angramainyu ed E. cf hardwickii (ad oggi identificato come E. pictus) rappresentano i risultati a cui andranno dedicati approfondimenti tassonomici e filogenetici.
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